La principessa Và

 

C’era una volta una principessa che si chiamava Va Lentina. Va di nome e Lentina di cognome. L’avevano chiamata così perché era proprio lenta, lentissima, la più lenta di tutto il reame. Un’ora per sbucciare una mela, un giorno intero per scrivere una lettera…Ma a chi le faceva notare questa lentezza lei rispondeva: “E allora? Io sono lenta e sono felice di esserlo: in fondo sono una principessa e una principessa non ha nulla da fare, nessun posto dove andare e nessuna cosa da diventare. Io sono già tutto quello che posso essere.” La principessa Va, nella sua infinita lentezza, era l’erede al trono di piccolo regno, ma così piccolo, così piccolo che praticamente ci stava solo lei, per altri non c’era proprio spazio. In ogni caso lo spazio non serviva: il Re e la Regina volavano via sempre indaffarati, il primo con le questioni di stato, gli affari e le guerre e la seconda a occuparsi dei bisogni del Re e della servitù di palazzo.

La giovane principessa Va dunque trascorreva le sue giornate in solitudine nel suo regno, che poi era un’isola, una microscopica isola chiamata Vinezza circondata da una fredda laguna e sempre immersa nella nebbia. Ma lei non temeva questa solitudine perché un giorno udì un suono melodioso, era un pianoforte: il suo regalo di compleanno. Il Re glielo aveva paracadutato sull’isola al mattino presto. Lei tutta emozionata provò a suonare: plin, plon, plan, ma capì subito che non era quella la strada e le venne un’idea. Staccò ad uno ad uno i tasti di legno del pianoforte e cominciò ad appoggiarli sull’acqua, affiancati e loro galleggiavano. E così creo un lungo lunghissimo sentiero bianco e nero, un ponte che collegò la sua minuscola isoletta con l’isola vicina. E improvvisamente cominciò a ridere, era felice, aveva scoperto quello che le piaceva! Costruire ponti, legami, unire fili, non essere da sola, incontrare gli altri, parlare, condividere, conoscersi…e infatti appena sbarcata nell’isola vicina trovò sulla spiaggia una maga dai capelli chiari e le dita sottili che raccoglieva conchiglie. “Come ti chiami?” le chiese Va. E lei, dopo un attimo di pausa e uno sguardo lungo, profondo, le rispose ”Leela. E tu?”. “Va. E sono la persona più lenta di Vinezza e forse del mondo intero…”. “Bello!” rispose Leela “a me piace tanto la lentezza…” e le sorrise.

Leela diventò la sua migliore amica e le insegnò i segreti delle arti magiche della trasformazione e della guarigione delle anime.