Lettera al gruppo di F I L I

 

 

Il sole è tramontato, sta facendo buio e mi è venuta voglia di parlare con qualcuno. Anzi, proprio con voi. Ma con cosa cominciare?

La confidenza che vorrei queste righe contenessero mi fa dubitare se partire da un saluto, ma poi perché no? Un saluto è bello, è caldo e in fondo necessario per cominciare una conversazione. Scelgo Ciao.

Ciao! Sono felice di potervi finalmente dire qualcosa di me. Perché di voi so già molto, ci conosciamo. Sì, io vi conosco tutti. Ti conosco Sertan, ti conosco ZuZi così come conosco te Annamaria e anche te Sofia.

Sono testimone delle vostre giornate, dei giochi e dei giri, delle litigate e delle grida, delle risate, dei giorni belli e quelli dolorosi, vedo, vedo ma non so parlare… Se posso, vi aiuto ma chissà se ve ne accorgete…

A volte mi sento solo, invisibile, trascurato: ma niente drammi, in fondo a chi non succede di sentirsi così! Però poi quando c'è una festa, un gruppetto di persone in strada, in piazza che chiacchierano felici mi sembra che tutto torna a posto e può splendere il sole anche qui.

Mi piace avere compagnia, vedere bambini giocare, le piante crescere, i negozianti aprire le porte fischiettando. Mi piacciono i treni, il kebab, il cibo cinese e la pizza. Mi piace sentire il rumore di voci che parlano lingue diverse e che si sforzano di capirsi. Mi piacciono le luci accese fino a tardi, le finestre aperte e il profumo di bucato.

Mi piace saltare: se salto, mi prendete? Bisogna aprire le braccia…bisogna essere in due…Mi piace meno l'inverno e i giorni con così poca luce e tanta notte, soprattutto quando pioviggina e la notte mi bagna i marciapiedi lucidi e le punte delle scarpe.

In quel caso lascio cadere qua e là un ombrello, anche se è un po' rotto non importa, darà una mano a qualcuno a tornare a casa.

Mi piacciono le case che si riflettono nelle pozzanghere.

E nei lunghi pomeriggi che mi passano accanto, io mi consumo nello sforzo di tenere le braccia aperte… sono aperte, anche ora, vedete? Mi vedete?

Provate anche voi ad aprirle le braccia, ad allargarle, provateci un giorno, provateci domani.

Provateci ora.

Ecco, così. Ecco, mi vedete? Sono qui, così possiamo incontrarci!

Ecco.

Sono felice che vi ho scritto, che mi sono presentato. E' giunto il momento di salutarci, ma con cosa? Con un “Ci vediamo presto”? No, con un ci vediamo sempre, ci vediamo ora, ci stiamo vedendo!

Eccomi, ora mi vedete?

Io sono qui, sempre. Guardo tutto, osservo tutto, faccio quello che posso per essere bello, aperto, accogliente. Faccio quello che posso, davvero.

Vi voglio bene.

Sono qui. Sono il vostro quartiere. Sono il quartiere Piave.